Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (Cnog), il 28 marzo 2025, ha espresso unanime preoccupazione riguardo all’articolo 31 del cosiddetto “Ddl Sicurezza” attualmente in discussione in Parlamento. Un articolo che impone un obbligo di assistenza e collaborazione con i Servizi segreti alle società a partecipazione o controllo pubblico e ai soggetti che erogano servizi di pubblica utilità in regime di autorizzazione, concessione o convenzione.
Secondo il Cnog, questa disposizione, derogando alle normative sulla privacy, obbligherebbe emittenti come la Rai a fornire informazioni senza restrizioni, mettendo a rischio il segreto professionale che tutela le fonti giornalistiche. Già in passato, alcune Procure hanno sequestrato dispositivi di giornalisti, provvedimenti poi annullati dalla Cassazione perché ritenuti illegittimi.
Il Consiglio invita il legislatore a valutare attentamente l’introduzione di norme che, pur mirando a potenziare l’attività informativa per la sicurezza, potrebbero pregiudicare gravemente la libertà di stampa, diritto sancito dalla Costituzione italiana, dalla Convenzione europea e ribadito dall’European Media Freedom Act. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si è più volte espressa in tal senso.
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